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La Parete dell'Artista
Chicchi
In esposizione a Maggio - Giugno 2016
Riccardo Chiesi, in arte Chicchi, nacque nel 1946, come tutti del resto.
Sculture e pirografie furono i suoi primi cimenti, seguiti da splendidi lavori all’uncinetto.
Cominciò ad esporre le sue cose un po’ dappertutto, beccandosi un paio di denunce per atti osceni in luogo pubblico e riconoscimenti vari (fu riconosciuto e inseguito da suo cugino all’uscita del casello di Pescara sulla A14).
Spronato da amici e da estimatori, iniziò a partecipare a mostre e concorsi, vincendo un phon e una pianta di ficus al gioco dei tappi.
Dopo un lungo travaglio interiore, dovuto anche all’enorme quantità di cibo che normalmente ingurgita per trovare ispirazione, è pervenuto definitivamente alla pittura con sperimentazioni tra il metafisico e il surrealista. Il suo amore per la terra natia esplode nelle vaste panoramiche, negli spazi aperti in cui sono presenti tracce dell’uomo, che però non appare mai: un passaggio a livello, un cartello pubblicitario, segnali stradali che indicano probabili mete, messi lì a guisa di sigillo, come i salami e le lische di pesce di jacovittiana memoria.
Una provincia reinventata è il tema dominante dei periodi che contraddistinguono la sua prolifica stagione creativa: il larghismo e il lunghismo nella cui spazialità l’Artista ha riversato la sua fame di grandi orizzonti, cui si aggiunge il cinismo (da cinèn, piccolo) opere ridotte come dimensioni ma grandi come latrici delle universali pulsioni che nascono dal suo inesauribile desiderio di conoscenza: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Non avremmo fatto meglio a stare a casa? D’altronde. |
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